Manitou, Preve, Longhin. Cantiere mozzafiato.

Manitou, Preve, Longhin. Cantiere mozzafiato.

"Liguria, terra sospesa fra cielo e mare". Così Italo Calvino definiva il contesto geografico dove ha sede un cantiere unico nel suo genere per un importo superiore ai 35 milioni di euro. Qui i due Manitou MRT2260 Vision+ della Preve Spa, venduti dal concessionario Longhin, forniscono un servizio fondamentale in luoghi quasi inaccessibili.

Manitou, Preve Costruzioni Spa e Longhin. Tre nomi, tre mondi che si incontrano. Un cantiere mozzafiato. Ci siamo infatti recati sulla Autostrada A6 Torino-Savona dove sono in corso di svolgimento i lavori di miglioramento sismico dei lunghi e complessi viadotti attualmente in servizio sul tratto appenninico dell’importante via di collegamento. Siamo ad Altare, in Liguria, dove Preve Spa, una delle principali imprese di costruzioni del nord ovest attiva in tutta Italia, sta impiegando due sollevatori telescopici rotativi Manitou MRT 2260 Vision+. Macchine che svolgono un servizio logistico fondamentale.

Il cantiere è di quelli che tolgono il fiato. Sarà il contesto dell’Appennino Ligure con boschi, strette valli scoscese e pendii inaccessibili. Tanto da far scrivere ad Italo Calvino la celebre frase “Liguria, terra sospesa fra cielo e mare”. Sarà poi che queste strutture dal fascino senza tempo sono state costruite negli anni ’60 in luoghi dove la logistica è incredibilmente complessa e, diciamolo, pericolosa.

A6 Torino-Savona. Un’opera incredibile che ha fatto la Storia dell’ingegneria italiana

Questo primo tratto della Torino-Savona fu inaugurato il 27 gennaio 1960. Da Savona a Priero si hanno in totale 42 km di una complessità impressionante129 viadotti per un totale di 11 chilometri e 23 gallerie. Fu la prima autostrada di montagna costruita in Europa e per ridurre i costi il percorso risultò estremamente tortuoso. Si insinuava (ed insinua ancora oggi) per seguire i profili delle alture liguri.

Il dislivello del monte Baraccone fu superato mediante un tracciato elicoidale che i torinesi conoscono molto bene. L’autostrada fu costruita con una sola carreggiata di 10,50 metri di larghezza, a tre corsie, che ospitava entrambe le direzioni. La corsia centrale veniva utilizzata per il sorpasso alternativamente nei due sensi di marcia. Ciò nonostante l’opera, costruita interamente da Fiat, costò ben 11 miliardi e 700 milioni di lire dell’epoca.

La costruzione proseguì per tratti funzionali dove il più semplice percorso di pianura, fra Marene e Torino, fu inaugurato il 25 luglio 1970. Ma già mentre si stava terminando questo cantiere il tratto aperto della A6 si era già guadagnato il nome di “Autostrada della morte”. Nel solo 1971 ci furono 91 incidenti di cui 3 mortali.

I numeri di un cantiere con la “C” maiuscola

Un lavoro complesso dove la Preve Costruzioni Spa è operativa su 12 viadotti facenti parte del lotto 2 per un importo dei lavori che supera i 35 milioni di euro. Un cantiere mozzafiato sia per gli scenari operativi che per i “numeri” necessari per il suo completamento.

  • 2.200.000 kg – strutture in acciaio autoprotetto S355JOW (Acciaio CorTen)
  • 1.650.000 kg – acciaio B450C per opere in calcestruzzo armato
  • 5.500 m – barriera di protezione classe H4 Bordo Ponte
  • 12.000 mc – conglomerato bituminoso binder-usura
  • 650.000 dmc – calcestruzzo a ritiro compensato premiscelato
  • 1.500.000 mq x cm – scarifica pavimentazione in conglomerato bituminoso
  • 50.000 mq – idrodemolizione di strutture in C.A.
  • 24.500 m – micropali subverticali

Il ruolo fondamentale del Manitou MRT2260 Vision+

La scelta del Manitou MRT2260 Vision+ è legata a precise decisioni operative. Alla base della scelta della macchina vi è infatti la obbligata necessità logistica di approvvigionare alcuni fronti operativi del cantiere soltanto dall’alto. Stiamo parlando delle opere di consolidamento strutturale delle pile di molti viadotti che insistono in zone dove l’accessibilità dal basso è preclusa a causa della conformazione orografica del territorio.

Come nel caso del viadotto Teccio, uno dei più impegnativi e spettacolari di tutta la A6 con il suo sviluppo su nove campate per un totale di 178 metri di lunghezza e con un andamento planimetrico in curvaL’altezza dell’impalcato arriva a sfiorare i 50 metri rispetto al punto più basso del vallone sottostante. Vallone che non è accessibile se non con una viabilità di cantiere appositamente realizzata. Anche se quest’ultima presenta dei limiti legati sia ai forti dislivelli da dover affrontare in uno spazio limitato, sia agli spazi effettivamente utilizzabili.

La polivalenza come reale valore aggiunto

Fra le caratteristiche fondamentali del Manitou MRT2260 Vision+ vi è sicuramente la polivalenza legata al fatto che la macchina sia completamente manovrabile con il radicomando. Ma non solo nelle operazioni di sollevamento bensì anche in quelle di traslazione. Con il vantaggio di utilizzare la navicella come una vera e propria PLE semovente. Unicità sul mercato che distingue gli MRT Vision+ di Manitou.

“Si tratta di un valore aggiunto notevole” ci ha spiegato il Geom. Paolo Valentini, capo cantiere della Preve Costruzioni Spa “perché l’operatore del Manitou MRT2260 Vision+ può seguire le operazioni di sollevamento e posizionamento del mezzo sempre da una situazione di visibilità ottimale. Calare i materiali per un’altezza di 50 metri non è mai un’operazione banale. E’ necessario poter vedere in modo corretto ogni cosa in modo da prevenire eventuali situazioni pericolose. Con il radiocomando si ha sempre la possibilità di mettersi in un luogo ottimale. Potendo anche traslare, il Manitou MRT2260 Vision+ è la macchina ideale per un cantiere come il nostro”.

Su più fronti operativi

E continua “Lo utilizziamo su più fronti ed in operazioni completamente differenti. Sia come vera e propria gru, sia come PLE, sia come macchina polivalente per il carico e scarico dei mezzi. E’ il vero e proprio jolly del cantiere ed infatti ha già accumulato un numero rilevante di ore lavoro. La semplicità di utilizzo e la versatilità data dalla completa movimentazione con il radiocomando hanno alzato in modo esponenziale il livello di sicurezza e tagliato i tempi di manovra con un aumento significativo dell’efficienza del cantiere. Soprattutto tenendo conto della complessa viabilità che, per ovvii motivi, avviene su una sola corsia di marcia. Richiede quindi di alternare i passaggi dei vari mezzi di trasporto ed avere una macchina flessibile e rapida è una condizione che migliora l’organizzazione del cantiere”.

Preve Spa e Longhin, un rapporto di fiducia

Alla base della scelta di un marchio vi sono sempre delle motivazioni legate sicuramente alla macchina ma che non prescindono mai dal concessionario che distribuisce quello specifico prodotto. Longhin srl è un vero e proprio sinonimo del nome Manitou.

La struttura distributiva di Villanova d’Asti è infatti operativa da oltre 50 anni sempre fedele al marchio dal caratteristico colore rosso. Fondata da Elio Longhin nel 1971, copre tutto il nord ovest in modo capillare con una rete di assistenza efficiente e funzionale. Elio gestisce questa realtà imprenditoriale insieme a suo figlio Mario, ingegnere ed esperto in sicurezza sul lavoro, con una grande esperienza. La Longhin vive con il marchio Manitou ci racconta Elio mentre ci rechiamo in cantiere “e siamo quindi attivi in ogni nicchia di mercato che possiamo soddisfare con i nostri prodotti”.

A 360°

Ci spiega “Spaziamo infatti dalla grande distribuzione organizzata con i transpallet fino alle grandi imprese di costruzione come la Preve Spa con i telescopici rotativi e frontali. Passando per il mondo agricolo e l’industria. Settore, quest’ultimo, che serviamo anche con le piattaforme. Siamo attivi nei piccoli porti turistici della Liguria e ovunque ci sia bisogno di una macchina polivalente per il sollevamento”.

E continua “Mettiamo quest’esperienza al servizio delle aziende e ci onoriamo di avere la fiducia di realtà imprenditoriali di altissimo livello come Preve Costruzioni Spa, azienda che opera in grandi lavori infrastrutturali su tutto il territorio nazionale”.

Un rapporto di fiducia che il cantiere ha messo in evidenza sotto diversi punti di vista. In primis con il servizio post-vendita che il concessionario ha assicurato per un lavoro così delicato e importante.


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