CASE. Le macchine compatte elettrificate arrivano sul mercato con soluzioni light

CASE. Le macchine compatte elettrificate arrivano sul mercato con soluzioni light

CASE ha presentato al mercato la nuova pala gommata compatta elettrificata 12EV. Si aggiunge quindi all'offerta di macchine compatte del costruttore che vede oggi la presenza anche dei due miniescavatori elettrificati CX15EV e CX25EV.

CASE, sull’onda di un percorso normativo europeo che appare ora più incerto rispetto a qualche mese fa, ha presentato la 12EV. Si tratta nello specifico di una pala gommata compatta elettrificata che dimostra l’impegno del costruttore per le applicazioni a zero emissioni locali. Si tratta di una nuova macchina che offre ai propri clienti una scelta alternativa sia per la riduzione delle emissioni di CO2, sia per operare in ambienti dove è necessario ridurre al minimo i disagi per chi vi lavora.

Le soluzioni di CASE nell’elettrificazione

La nuova 12EV è una pala gommata compatta elettrica pensata per lavorare in zone con forti limitazioni, nell’edilizia residenziale, nello scavo di gallerie ed in ambienti sensibili. Come ad esempio l’agricoltura e l’orticoltura, l’edilizia urbana e le aree. Oppure semplicemente in tutte quelle zone che richiedono un funzionamento silenzioso. Come nelle zone residenziali, nei centri storici, negli ospedali e durante il lavoro notturno.

La nuova CASE 12EV offre prestazioni in linea rispetto ad un modello con motore endotermico delle stesse dimensioni. Nella sostanza abbiamo infatti una pala gommata da 3,8 tonnellate con la stessa potenza del modello con motorizzazione a ciclo Diesel. Infatti con un pacchetto di batterie agli ioni di litio senza cobalto da 23 kWh la macchina ha un carico utile con forche per pallet di 1,15 tonnellate. Siamo quindi leggermente al di sotto della soglia fatidica delle 1,50 tonnellate che è il peso standard di un pallet di mattoni, autobloccanti, blocchi in calcestruzzo o qualsiasi altro materiale da costruzione. Compresi i pallet di sacchi di cemento o altri leganti.

L’architettura della 12EV

La trasmissione e l’impianto idraulico sono azionati rispettivamente da due motori elettrici separati. L’uso di un’azionamento elettrico fornisce ovviamente una risposta più rapida ai comandi. I costi di manutenzione giornaliera sono ridotti. Infatti non ci sono motore o fluidi da controllare. Inoltre le batterie non richiedono manutenzione e le vibrazioni sono inferiori rispetto ai modelli con motore endotermico.

Le caratteristiche di base

CASE ha scelto una batteria da 23 kWh che, secondo le indicazioni del costruttore, fornisce alla 12EV un’autonomia operativa da tre a sei ore a seconda dell’applicazione. Si tratta di una soluzione con una potenza impiegata in modo diffuso in campo automotive per le citycar.

Valore oggettivamente molto ottimistico visto che la CASE 12EV impiega due motori di cui uno da 17 kW per la trazione agli assali ed un altro da 22 kW per azionare l’impianto idraulico per braccio e benna. In un ambito di impiego continuo mediamente impegnativo si può infatti sperare in circa un’ora, un’ora e mezza al massimo di autonomia.

Decisamente interessante la presenza di tre modalità di funzionamento. Abbiamo quindi “Risparmio energetico”, “Standard” e “Power”. L’operatore può quindi adattare la macchina all’attività da svolgere per prolungare la durata della batteria. Una quarta modalità è infine completamente personalizzabile in modo da selezionare la risposta desiderata e adattare il consumo di energia al cantiere.

La ricarica

La CASE 12EV viene fornito con un caricabatterie standard da 230 V. Il costruttore dichiara di poter ricaricare la batteria durante la notte. Un dato sostanzialmente corretto per una batteria di questa potenza visto che, con una presa 230V a 10A con classica spina Schuco sono necessarie 10 ore di ricarica.

In opzione è disponibile un caricabatterie da 400 V che richiede solo un’ora per portare la batteria dal 20
all’80%. Anche utilizzando questo tipo di ricarica non convince l’affermazione che con una ricarica all’ora di pranzo si riuscirebbe ad utilizzare la CASE 12EV per tutto il giorno in molte situazioni. Forse sarebbe possibile in un impiego estremamente sporadico della macchina. Un lavoro in continuo dove la pala si trovasse a operare in scavo e spinta per spianare appare complesso riuscire ad avere autonomie con questa durata. Soprattutto tenendo conto che molti competitor impiegano, su pale gommate elettrificate di questa dimensione, batterie da 70 kWh.

La gamma di miniescavatori elettrificati

L’offerta del costruttore nel campo delle macchine compatte elettrificate si completa con i miniescavatori CX15EV e CX25EV. Due macchine che arrivano dallo sviluppo Eurocomach e che erano già state presentate, a livello di prototipo, da qualche anno.

I pesi operativi sono rispettivamente di 1,5 e 2,5 tonnellate. I pacchi batteria di questi due modelli sono da 21,5 kWh e 32,3 kWh. Anche in questo caso difficile affermare che le due macchine possano operare senza ricarica per un intero turno di lavoro che, tendenzialmente, si fa coincidere con otto ore. Molto probabile, anche tenendo conto dei consumi dei miniescavatori elettrificati e delle classiche modalità di impiego, che sia necessaria una ricarica nel corso della giornata.

Le scelte tecniche

Il CX15EV utilizza infatti un motore da 11 kW. Il suo fratello maggiore, invece, impiega un motore con potenza nominale di 25 kW. Nel caso del modello più piccolo il motore aziona una pompa ad ingranaggi elicoidali a bassa rumorosità il cui flusso è gestito da un distributore load-sensing. Si tratta di una soluzione omologa al modello convenzionale e che è impiegata da moltissimi costruttori per miniescavatori di questa categoria.

Invece nel modello più grande abbiamo una pompa a portata variabile con logica load sensing. E’ presente una gestione elettronica con tre modalità selezionabili a seconda dell’impiego. Eco, Standard e Power.

I tempi di ricarica

Utilizzando un caricatore rapido esterno i tempi di ricarica possono variare in base alla potenza disponibile. Occorre ovviamente avere in dotazione il cavo Tipo 2. Per riuscire a caricare la batteria in circa un ora e mezza come dichiarato da CASE con un impianto di cantiere classico con trifase da 380 V è necessario avere una potenza a disposizione pari a circa 15 kW (tenendo conto del fattore di potenza di 0,8 che occorre applicare ai dispositivi a corrente continua) per la batteria del CX15EV. Per il più grande CX25EV occorre invece avere a disposizione una colonnina da 22 kW.

Utilizzando invece un’alimentazione domestica convenzionale a 230 V i tempi salgono a circa 10 ore e mezza per il CX15EV e a 15 ore per il CX25EV. Ovviamente applicando il fattore di potenza pari a 0,9 per i dispositivi a corrente alternata.

Manutenzione e durata

La manutenzione delle parti elettriche ha un costo significativamente inferiore rispetto a quello di un motore endotermico. La media del risparmio può arrivare a circa il 40% in meno rispetto ad una macchina equivalente con motore a combustione. CASE offre anche servizi connessi e non connessi come il CASE Care. Si tratta di una manutenzione programmata che consente di avere la certezza del costo totale della manutenzione senza sorprese.

 

Il costruttore mette inoltre a disposizione una serie di ulteriori servizi come l’estensione di garanzia CASE Protect e l’analisi dei fluidi CASE. Si tratta di iniziative finalizzate alla protezione della macchina per garantirne l’operatività. Infine tutte le macchine elettrificate CASE sono dotate di garanzia standard di tre anni sulle batterie e sui principali componenti elettrici.

 

Fonte: e-Construction


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